Il cervello che cambia: cos’è la neuroplasticità e perché riguarda tutti noi
- Giada Maria Tonelli
- 4 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Fino a qualche decennio fa si credeva che il cervello adulto fosse un sistema “fisso”, destinato a un lento declino con l’avanzare dell’età. Oggi sappiamo che non è così: grazie alle neuroscienze, abbiamo scoperto che il nostro cervello è plasmabile e dinamico per tutta la vita. Questo principio si chiama neuroplasticità.
Che cos’è la neuroplasticità?
La neuroplasticità è la capacità del cervello di modificare la propria struttura e funzionalità in risposta all’esperienza, all’apprendimento, agli stimoli ambientali e anche alle emozioni. Questo significa che i nostri circuiti neurali possono rafforzarsi, indebolirsi, o riorganizzarsi completamente. In pratica: ciò che facciamo, pensiamo e proviamo “plasma” il nostro cervello.
Come funziona?
Ogni volta che apprendiamo qualcosa di nuovo o adottiamo un comportamento diverso, nel cervello si attivano nuovi percorsi sinaptici. Quando questi percorsi vengono ripetuti e rafforzati nel tempo, diventano “strade preferenziali” per l’informazione.
“Neurons that fire together, wire together” – Donald Hebb, neuroscienziato canadeseIn altre parole, ripetizione + attenzione = riorganizzazione del cervello.
A cosa serve?
La neuroplasticità è un meccanismo fondamentale per:
Apprendere e consolidare nuove abilità (lingue, strumenti, sport, strategie cognitive)
Recuperare funzioni dopo traumi o lesioni cerebrali (come accade nella riabilitazione post-ictus)
Modificare abitudini mentali o emotive disfunzionali (es. nel trattamento dell’ansia, della depressione o nel potenziamento dell’autoefficacia)
Adattarsi a nuovi contesti o cambiamenti – anche in ambito professionale e relazionale
Un alleato nel cambiamento
Sapere che il cervello è plastico ci restituisce una visione profondamente ottimista e responsabilizzante: possiamo cambiare non solo ciò che facciamo, ma anche come pensiamo, come reagiamo, e chi stiamo diventando.
Interventi mirati come:
l'apprendimento intenzionale,
la meditazione mindfulness,
l’esercizio fisico regolare,
la psicoterapia,sono tutti strumenti che attivano e rinforzano la neuroplasticità, con benefici evidenziati da centinaia di studi internazionali (es. Davidson, Siegel, Doidge, Goleman).
In conclusione, la neuroplasticità non è solo un concetto neuroscientifico: è una risorsa concreta per la crescita personale, l’adattabilità e il benessere. Ogni pensiero ripetuto, ogni emozione coltivata e ogni nuova scelta attiva un potenziale di trasformazione che risiede già dentro di noi.




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